(testo del 2023)
Premessa: la fede non è un optional
che si può togliere e mettere quando fa comodo. O c’è o non c’è.
Dunque al mare o in montagna, a Ibiza o in crociera, si è comunque cristiani e
la Messa festiva va programmata, a meno che non sia proprio possibile. Non
solo, ci sono altre caratteristiche dello stile di un cristiano in vacanza:
vediamone alcune:
riposare ma non oziare: il ‘dolce far niente’ in genere è l’anticamera del vizio e
del peccato perché quando non si fa niente vengono alla mente i pensieri più
insensati e pericolosi;
essere allegri ma senza peccare: è legittimo state con gli amici, uscire la sera,
in una parola ‘divertirsi’ ma nei limiti della liceità e del rispetto della dignità
dell’altro;
una vacanza proporzionata al nostro tenore di vita e possibilità economiche:
inseguire una vacanza come se fosse l’unica ragione del proprio vivere è indice
di una personalità triste per tutto l’anno e che solo in quella occasione si sente
bene, ‘questa sì che è vita’. No, la realtà è un’altra e con essa l’uomo serio fa i
conti;
leggere un buon libro, edificante e costruttivo, non l’ultimo
best seller che si
trova in tutti gli autogrill e che va di moda al momento. Un libro che permetta di
approfondire le ragioni della propria fede e la conoscenza dei suoi contenuti;
visitare luoghi della fede vicini al soggiorno estivo: cosa sarebbe l’Italia senza
gli edifici religiosi che la fede ha realizzato come opere d’arte? Un semplice
modo per insegnare ai figli la bellezza della fede cristiana;
ricordarsi degli altri: durante le meritate vacanze c’è il rischio di pensare solo
a se stessi e… gli altri si arrangino. ‘Gli altri’ ci sono sempre e vanno rispettati e
aiutati.
La fede non va in vacanza bensì viene in vacanza con noi.
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