Sta terminando l’esperienza dell’oratorio feriale che da noi dura sei settimane e coinvolge un
buon numero di persone. I dati sulle presenze sono già stati riportati la settimana scorsa.
Personalmente ho seguito più da vicino l’attività svoltasi a S. Pietro e vorrei condividere
alcune considerazioni.
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Stando in mezzo ai ragazzi ho, tra l’altro, notato che vi sono delle emergenze educative che noi
adulti dobbiamo tener conto:
non sanno perdere al gioco e … un domani accettare le sconfitte che la vita riserva a tutti.
Abituati ad essere accontentati e soddisfatti nelle loro richieste, i bambini già da neonati sanno
che più alzano il tiro delle richieste e più vengono esauditi, crescono con un’inconscia certezza
‘se mi lamento conto e ottengo di più’. Occorre saper dire di no, quando è necessario ossia
quando non sussiste una reale necessità ma un puro e semplice capriccio. Un genitore,
insegnate, educatore, politico, responsabile di … che non possiede il coraggio di dire ‘NO’ non
educa, non fa il bene degli altri e prima o poi …. la paga, lui e gli altri. Troppi uomini oggi non
sanno accettare il ‘NO’ da parte delle donne.
molti ragazzi, soprattutto delle medie, confondono spesso la falsità con la furbizia non
distinguendo i due concetti. Pensano che sia furbizia essere falsi e al momento opportuno si
rivelano ingenui e per nulla furbi. La falsità, ossia la bugia ripetuta con ostinazione contro
l’evidenza dei fatti e la testimonianza dei presenti, è un errore e un peccato, mentre la furbizia
non comporta di per sé l’infrazione della regola ma nel rispetto di essa, sta nella capacità di
non urtare la sensibilità degli altri e, a tal fine, richiede riservatezza e silenzio.
il rispetto delle regole. Siamo in una società ‘egotica’ che è molto di più dell’egoismo, nella
quale ognuno di noi si ritiene un ‘piccolo dio’ vivente. “Io non sono credente in Dio né vivo
come se Dio non ci fosse ma perché io sono dio’ e dunque le regole valgono per gli altri e non
per me. Di esse mi accorgo quando rimango vittima del non rispetto da parte degli altri e allora
mi appello al “non è giusto, hanno barato, sono disonesti”. Vale anche per i ragazzi: le regole si
conoscono ma … valgono per gli altri e appena si può si scansano, generando discussioni, litigi,
malumori e creando un clima di sfiducia e freddezza. ‘Lex dura, sed lex’ (la legge è dura, ma è
legge) dicevano i romani. Col tempo noi abbiamo introdotto il principio del ‘fatta la legge,
trovato l’inganno’ elevato a stile di vita. Ci abbiamo guadagnato? Forse sulla corta distanza sì
ma sulla lunga abbiamo reso la convivenza più difficile.
Sicuramente vi sono considerazioni positive, ma le rinvio al numero di InCammino di settembre,
in occasione dell’inizio del nuovo anno oratoriale.
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