Parrocchia San Pietro apostolo in San Pietro all'Olmo
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Assunzione di Maria


Assunzione di Maria
catechesi del Papa
(dall'Angelus del 15 agosto 2025

 omelia dell'Arcivescovo (2021)
 cenni storici
 riflessioni su questa Solennità
 la solennità dell'Assunzione a Gerusalemme


Cari fratelli e sorelle, buona festa!
I Padri del Concilio Vaticano II ci hanno lasciato un testo stupendo sulla Vergine Maria, che mi piace rileggere con voi oggi, mentre celebriamo la solennità della sua Assunzione alla gloria del cielo. Al termine del documento sulla Chiesa, il Concilio dice così: «La madre di Gesù, come in cielo, in cui è già glorificata nel corpo e nell’anima, costituisce l’immagine e l’inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore (cfr 2Pt 3,10)» (Lumen gentium, 68).
Giuseppe Bartolomeo Chiari, Assunzione della Vergine
1686ca, Roma, Basilica di Santa Maria di Montesanto
Maria, che Cristo risorto ha portato con sé nella gloria in corpo e anima, risplende come icona di speranza per i suoi figli pellegrini nella storia.
Domenico Ghirlandaio, Visitazione
affresco (1486/1490) Firenze, chiesa di Santa Maria Novella, Cappella Tornabuoni
Come non pensare ai versi di Dante, nell’ultimo canto del Paradiso? Nella preghiera messa in bocca a San Bernardo, che inizia «Vergine madre, figlia del tuo figlio» (XXXIII, 1), il poeta loda Maria perché quaggiù, tra noi mortali, è «di speranza fontana vivace» (ibid., 12), cioè sorgente viva, zampillante di speranza.
Sorelle e fratelli, questa verità della nostra fede è perfettamente intonata al tema del Giubileo che stiamo vivendo: “Pellegrini di speranza”. Il pellegrino ha bisogno della meta che orienti il suo viaggio: una meta bella, attraente, che guidi i suoi passi e lo rianimi quando è stanco, che ravvivi sempre nel suo cuore il desiderio e la speranza. Nel cammino dell’esistenza questa meta è Dio, Amore infinito ed eterno, pienezza di vita, di pace, di gioia, di ogni bene. Il cuore umano è attratto da tale bellezza e non è felice finché non la trova; e in effetti rischia di non trovarla se si perde in mezzo alla “selva oscura” del male e del peccato.
Sandro Botticelli, Madonna del Magnificat
tempera su pannello (1483), Firenze, Galleria degli Uffizi
Ma ecco la grazia: Dio ci è venuto incontro, ha assunto la nostra carne, fatta di terra, e l’ha portata con Sé, simbolicamente diciamo “in cielo”, cioè in Dio. È il mistero di Gesù Cristo, incarnato, morto e risorto per la nostra salvezza; e, inseparabile da Lui, è anche il mistero di Maria, la donna da cui il Figlio di Dio ha preso carne, e della Chiesa, corpo mistico di Cristo. Si tratta di un unico mistero d’amore, e dunque di libertà. Come Gesù ha detto “sì”, così Maria ha detto “sì”, ha creduto alla parola del Signore. E tutta la sua vita è stata un pellegrinaggio di speranza insieme al Figlio di Dio e suo, un pellegrinaggio che, attraverso la Croce e la Risurrezione, l’ha fatta giungere in patria, nell’abbraccio di Dio.
Per questo, mentre siamo in cammino, come singoli, come famiglia, in comunità, specialmente quando vengono le nubi e la strada si fa incerta e difficile, alziamo lo sguardo, guardiamo a lei, la nostra Madre, e ritroveremo la speranza che non delude (cfr Rm 5,5).
 
dal Bollettino della Sala Stama della Santa Sede
 
 

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agosto 2025
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