1. Presenza dei sacerdoti. La nostra comunità pastorale, nell’arco di pochi anni, è passata dai 5 ai 3 sacerdoti attualmente presenti. Va da sé dunque che la loro presenza si dirada.
“Ma non c’è più…?” oppure “chi è l’assistente del nostro gruppo?” ancora “come mai non era presente al Santuario di Rho in occasione di ….?” e “la casa spesso chiusa…”. Domande che hanno già in sé una risposta senza bisogno di sentirla da altri.
Cerchiamo di essere presenti il più possibile in parrocchia, coscienti di non poter arrivare dappertutto. Occorre, con piena lucidità, prendere atto della realtà attuale, senza alcun rimpianto.

2. Giovani fragili ed esigenti. Un nostro giovane mi ha detto di essere troppo rigido, ho ribattuto di essere invece esigente… prima con me stesso e poi con gli altri. I giovani d’oggi, al di là delle apparenze, sono fragili rispetto alle nostre generazioni. Vero, dunque vanno sostenuti e incoraggiati, con pazienza e comprensione. E’ pur vero che nei confronti degli adulti sono esigenti e noi non li dobbiamo deludere con proposte non all’altezza delle loro aspettative. Dobbiamo chiedere loro scelte forti e un salto di qualità umana: nel piccolo del nostro oratorio, ad esempio, passare dal ‘dare una mano’ al diventare responsabili affidabili e costanti. Accontentarsi delle mezze misure significa ‘viziarli’ e non aiutarli a crescere. Ciò a patto che trovino in noi adulti degli esempi, coerenti il più possibile.

3.La parrocchia: casa aperta con una sua tradizione. C’è un nucleo stabile composto da persone che dalla nascita, oserei dire, frequentano la parrocchia, vi si impegnano in varie modalità di volontariato gratuito e serio.
Di ciò dobbiamo rendere grazie a Dio. Il difficile sta nel coinvolgere le persone che sono ‘lontane’ dalla parrocchia per le ragioni più disparate e più o meno fondate. Per un verso dobbiamo superare l’ “abbiamo sempre fatto cosi” o “siamo abituati da anni a …”, per un altro occorre avere rispetto di una storia che viene da lontano ed apportarvi con rispetto e pazienza il proprio contributo innovativo. Valgano per tutti le parole di Thomas Stearns Eliot da “Cori da La Rocca”:
“Signore, Dio nostro, aiutaci ad essere tuoi autentici testimoni, affinché, in luoghi abbandonati, noi costruiremo con mattoni nuovi; dove i mattoni sono caduti, costruiremo con pietra nuova; dove le travi sono marcite, costruiremo con nuovo legname; dove parole non sono pronunciate, costruiremo con un nuovo linguaggio. C’è un lavoro comune, una chiesa per tutti e un impiego per ciascuno. Ognuno ha il suo lavoro. Amen”