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la nostra “Madonna antica”
(a cura di un parrocchiano nativo di Cornaredo)
- maggio 2025 -
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“Dai figlioli, venite qui che disum un pater ave gloria a la nosta belisima e antichisima Madona cunt al Bambin”.
![]() L’esortazione, in stretto dialetto, veniva rivolta dal nostro signor curato a noi chierichetti prima dell’inizio della messa biscantata, quella delle grandi festività religiose, con l’organo dal maestoso suono e tanto incenso sparso durante la funzione, e tutte le grandi candele accese sopra l’altar maggiore. Era proprio festa grande.
Venivamo chiamati a raccolta mentre ci divertivamo a giocare con le corde delle campane che suonavano il “segno”. Quando ero bambino la messa grande della domenica - quella che ora è prevista per le 11.30 - si celebrava alle 10 e mezza, preceduta da tre concerti di campane che si concludevano con gli ultimi rintocchi, dalla campana più leggera, quasi un trillo, un quarto d’ora prima dell’inizio della messa.
Prima della sollecitata preghiera, il parroco ci raccontava – immancabilmente – la storia della “bellissima e antichissima” statua. Ci diceva che questo simulacro di Madonna con Bambino era presente nella chiesa di Cornaredo da diversi secoli, prima ancora che il vecchio tempio venisse demolito cent’anni fa: testimonianza di storia e di fede. Ci diceva, con l’aria di rivelarci un grande segreto, che era opera dei maestri campionesi, e quindi un autentico capolavoro di scultura.
noi, ragazzini dai nove ai quattordici anni, del valore artistico della statua importava poco, e ancor meno dei tanto celebrati maestri campionesi che illuminavano il nostro curato. Eravamo chierichetti, quindi giovanissimi, dalle limitatissime conoscenze, come mi sono reso conto poi nei decenni successivi. A quell’epoca, fare il chierichetto era una attività che ci distingueva, sì, dai nostri coetanei, ma che per noi protagonisti era soprattutto un gioco: in sacrestia, nella cella del campanile, sull’immenso solaio della chiesa, alla ricerca di favolosi quanto mai trovati tesori fantasiosi. Eppoi, dopo la messa grande, il caffelatte coi biscotti che ci preparava la signorina Letizia e, in primavera, le ciliegie dell’albero nel giardino all’interno della casa parrocchiale.
Poi siamo cresciuti. Alcuni sono andati in seminario, e qualcuno è divenuto prete, altri - i più, fattisi adulti - hanno intrapreso vita di lavoro, si sono sposati, sono divenuti genitori, si sono occupati di varie attività. Probabilmente la nostra Madonna Antica sia stata realizzata verso il
XIII secolo ad opera dei Maestri Campionesi. Così son denominati alcune generazioni di artigiani che hanno operato nel Canton Ticino ed in molte altre aree dell’Italia Settentrionale a partire dal XII secolo e fino a tutto il XIV.
Erano scultori, architetti, muratori esperti – in gergo edilizio ‘capimastri’- ed anche operatori addetti a realizzare iscrizioni o esecuzioni di sculture decorative, su lastre di marmo o colonne di vario materiale e fattura. Allora abbiamo realizzato quanto avesse ragione il nostro signor curato, don Carlo Cozzi dal sorriso gentile.
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da ''InCammino Insieme'' n. 21 del 25 maggio 2025
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maggio 2025 pg. 41946 - gr.24000 |
- invio alla redazione di segnalazioni su questa pagina - www.comunitasantiapostoli.it/par/dd/dd_250523_statua.asp |