Parrocchia San Pietro apostolo in San Pietro all'Olmo
Parrocchia Santi Giacomo e Filippo in Cornaredo
Articolo del Parroco

la Madonna d'oro di Cornaredo
(a cura di un parrocchiano)
- maggio 2025 -


Cornaredo, agosto 1944
Fa molto caldo, a Cornaredo, come in tutta la Pianura Padana, in questo mese d’agosto dove l’afa umida reca fastidio alla gente, come ad ogni estate. Ma, insieme all’afa, preoccupa molto di più l’imperversare della guerra, anche a Cornaredo. Siamo nel 1944: è la guerra, con i bombardamenti aerei sulla vicina Milano che rimbombano facendo tremare i vetri delle finestre di casa. Ma a Cornaredo, come in tutta l’Italia centro-settentrionale, la gente soffre anche per un altro tipo di guerra, quella civile, con le deportazioni di nostri concittadini a Mauthausen, con la contrapposizione di italiani fiancheggiatori dell’oppressore nazista ad italiani che vogliono ritrovare libertà e dignità di vita.
In questo clima, meteorologico ma anche sociale, culturale, spirituale, il curato don Carlo vuole portare ai suoi fedeli almeno un poco di refrigerio morale, assieme alla speranza: che le guerre finiscano presto, torni la pace e la convivenza tra tutti i fedeli affidati alla sua cura pastorale. Fa quindi arrivare, sopra un carretto agricolo, una statua della Madonna che ne tiene per mano un’altra più piccola, quella di un Bambino che brandisce la Croce.
Le due statue sono state scolpite nel legno di cirro e indossano vesti fatte di lamine d’oro zecchino. Arrivate, vengono poste nella nicchia della chiesa parrocchiale che sovrasta l’altare laterale dedicato alla Immacolata Concezione di Maria, come appare nel cartiglio retto da un bellissimo angelo dipinto in alto. Da questi momenti prende vita tra i fedeli cornaredesi la devozione convinta alla loro ‘Madonna d’Oro’, coronata come una regina, con accanto il Figlio, anch’Egli dal capo cinto di corona regale. Madre e Figlio schiacciano sotto i loro piedi un mostruoso rettile dalle rosse fauci orrendamente spalancate, come pronte ad inghiottire il mondo: è la metafora del Diavolo che insidia l’Umanità ma che viene sconfitto da Dio con l’intercessione di Maria, Madre del Redentore.
Queste due statue di Maria e Gesù continuano un’antichissima tradizione di pietà popolare, che i fedeli cornaredesi praticano almeno dal IX secolo. Da secoli, dunque, i Cornaredesi venerano la Santa Madre di Dio, la ‘Madonna d’Oro’ che oggi appare sfavillante dalla sua nicchia, Le due statue, Maria e il Bambino, vennero realizzate ispirandosi al simulacro della Vergine con Gesù esistente dal 1610 nel Santuario della Borretta a Cerro Maggiore, paese natale del parroco don Carlo Cozzi. Quest’ultime furono solennemente inaugurate al culto nella chiesa di Cornaredo l’8 dicembre 1944, nella festa dell’Immacolata Concezione.
La venerazione verso la Madonna realizza le profetiche parole del Magnificat: “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.
Questi simulacri rivestiti d’oro della Vergine e del Bambino vengono spesso portate in processione per le nostre vie cittadine, sempre con grande partecipazione di popolo, La prima volta fu in occasione della Sagra del 1945: solenne manifestazione di fede, rimasta a lungo nella memoria dei nostri concittadini, esprimeva anche il ringraziamento a Maria Santissima e a Gesù Fanciullo per il ritorno dei reduci della Seconda Guerra Mondiale. Coincise inoltre coi festeggiamenti del trentesimo anniversario di ordinazione sacerdotale di don Cozzi.

 
da ''InCammino Insieme'' n. 18 del 4 maggio 2025
 
 
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maggio 2025
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