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Rinnovo del Consiglio Pastorale
(dal Parroco - seconda parte)
- aprile 2024 -
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Continuiamo a delineare il volto-ruolo del consigliere.
Lo spirito di comunione. Va de sé che non si pensi tutti allo stesso modo e che
vi siano delle divergenze, discussioni e confronti anche animati. Vien da dire:
meno male, guai se non fosse così. Il tutto però animato dalla ricerca del bene
comune e caratterizzato dalla stima e fiducia reciproca.
Nella Chiesa non vige il sistema democratico grazie al quale prevale la logica
della maggioranza in seguito ad una votazione. Noi dobbiamo arrivare a scelte,
il più condivise possibile, dopo riflessione, preghiera e scambio di opinione.
La corresponsabilità. Dopo aver scelto ‘si suona tutti la stessa musica’ anche
se non pienamente convinti o addirittura in disaccordo con la scelta operata.
Agire diversamente va contro il principio della comunione, si creano divisioni e
contrapposizioni inutili se non dannose per la vita di una comunità. Non solo: si
opera una controtestimonianza allo stile evangelico.
Il consigliere aiuta a comprendere, spiega le motivazioni della scelta, ne
sottolinea la bontà.
Parroco e Consiglio Pastorale. Spesso, e non solo qui, ho sentito l’espressione
‘tanto ha già deciso tutto il parroco, quindi… sto a casa’.
Personalmente, da parroco non ho mai deciso da solo e nemmeno mi è capitato
di impormi per rispetto dei membri del Consiglio, per desiderio di condivisione e
per evitare di imitare Don Chisciotte, personaggio che non amo molto.
Certamente io ho le mie idee e soluzioni ma non mi ritengo il detentore della
verità e dunque mi piace confrontarmi, sapendo che al termine una sintesi
bisogna pur raggiungerla. In genere questo compito spetta al parroco e i laici
glielo riconoscono volentieri.
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da ''InCammino Insieme'' n. 16 del 14 aprile 2024
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aprile 2024 pg. 41681 - gr.24000 |
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