Parrocchia San Pietro apostolo in San Pietro all'Olmo
Parrocchia Santi Giacomo e Filippo in Cornaredo
la Bacheca

da don Fabio
ai fedeli della
Comunità Pastorale Santi Apostoli
- 4 settembre 2022 -

PAGINA DEL 2022

 copia PDF
 Santa Messa di congedo (video)
 congedo dalla Comunità (2022)
 il ''grazie'' della Comunità
Mons. Fabio Turba
alla Comunità Pastorale dei Ss. Apostoli
della parrocchia
di san Pietro Apostolo in San Pietro all’Olmo di Cornaredo
e dei Ss. Giacomo e Flippo in Cornaredo
Avevo iniziato il mio ministero tra voi il 9 novembre 2008 giorno che ricorda la dedicazione della nostra chiesa parrocchiale di Cornaredo da parte del beato Cardinale Andrea Carlo Ferrari, che stabilì che se ne facesse memoria ogni anno la prima domenica di settembre. In qualche modo quindi porto a compimento la mia esperienza di parroco a Cornaredo all'interno di queste due celebrazioni riprendendo come in quel giorno del mio ingresso le parole del salmo 25 “Domine, dilexi decorem domus tuae, et locum habitationis gloriae tuae” Signore, ho amato il decoro della tua casa, e il luogo dove abita la tua gloria.
Io ho cercato di amare il decoro e la bellezza di queste chiese parrocchiali di Cornaredo e san Pietro all’Olmo e delle chiese succursali con i lavori che in questi anni ne hanno fatto riacquistare la loro bellezza.
Ma soprattutto ho amato come parroco le vostre case: perché Dio ci ha concesso di costruire la sua casa ma tra le nostre case, in segno della sua continua presenza tra noi.
Mi è sempre piaciuta l’etimologia della parola parrocchia e di conseguenza della parola parroco: da παρά (para), "accanto, vicino, vicino" + οἶκος (oikos), "casa".
Mi avete visto poco in casa parrocchiale (!) ho preferito entrare nelle vostre case dal giorno successivo al mio ingresso per la visita natalizia e così come e quando è stato possibile farlo.
Ho incontrato nelle vostre abitazioni le 1265 famiglie che hanno chiesto il Battesimo per i loro figli, che poi ho amministrato.
Ho incontrato delle vostre case o nella parrocchiale, le 1700 famiglie di cui ho accompagnato nella casa di Dio i loro cari per l'ultimo saluto per poi affidarli alla casa eterna di Dio. Come non ricordare a questo proposito le 180 famiglie che nel 2020 hanno salutato i loro cari nel tempo tremendo della pandemia!?
Nelle loro case ho incontrato le 365 coppie che hanno chiesto il sacramento del matrimonio.
E così non sono mancati altre situazioni in cui ho cercato, in case di cura o ospedali, di incontrare parrocchiani malati o anziani.
Vi ho incontrati anche nelle vostre piazze, nei vostri luoghi di lavoro, ritrovo e divertimento e vi ringrazio per la vostra accoglienza e cordialità al di là di quella che era una fede cristiana condivisa o di un’appartenenza alla chiesa.
Il Vangelo di oggi fa riferimento all’arresto di Giovanni il Battista (Mt 4,12-17). Psicologicamente ho cercato di pensare come poteva essere il cuore dei suoi discepoli e degli altri che avevano in questo austero profeta posto le loro speranze. Il Vangelo tace su questo ma ci dice che dopo il suo arresto “Gesù comincio a predicare il Vangelo”.
Così anche noi dobbiamo credere che sia possibile sempre, anche dalla sofferenza per un distacco, un nuovo inizio, un cominciamento. Ogni passaggio è promettente e apre a nuove possibilità per convertirci al Vangelo perché il Regno di Dio possa crescere in mezzo tra noi!
Così anche il profeta Isaia nella lettura di oggi (Is 30,5 b) ci accompagna di fronte a un cambiamento, di fronte ad un avvicendamento che potrebbe suscitare ansia nervosismo, paura, timore perché il domani non ci appartiene: “Nella conversione nella calma sta la vostra salvezza, nell'abbandono confidente sta la vostra forza”.
L'apostolo Paolo poi ci aiuta anche ricordandoci quella virtù teologale importante in ogni momento della storia, in ogni situazione anche complessa che la speranza.
Questi anni non sono stati facili dal mio arrivo!
Nel 2008 era in atto la crisi economica, siamo passati per la crisi della pandemia; sono seguite le crisi politiche; la crisi bellica russo-ucraina; la crisi idrica; la crisi climatica, la crisi energetica.
Devo dire che come XXI parroco della storia di Cornaredo non mi sono lasciato mancare nulla!
Abbiamo attraversato questo tempo sostenuti non solo dalla buona volontà e dalla costanza ma da questa certezza: “La speranza poi non delude perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che c'è stato dato”( Rm 5,1-11).
Carissimi parrocchiani di San Pietro all'Olmo e di Cornaredo mi piace potervi salutare dopo 14 anni come parroco della comunità dei Santi Apostoli con le tre parole suggerite anche a del nostro arcivescovo monsignor Mario Delpini all'inizio di questo anno pastorale dedicato alla preghiera.
Sono le tre parole antiche e famigliari che ritroviamo nella liturgia: Alleluia, Kyrie eleison, Amen!
Alleluia!
Questa parola ebraica che significa “lode a Dio” esprime il mio sentimento di ringraziamento di lode riconoscente per questi 14 anni vissuti a Cornaredo!
Ringrazio Dio per quella accoglienza che dall'inizio mi è stata riservata dalla comunità intera e poi lungo questi anni da ciascuno di voi con affetto, stima rispetto e pazienza.
A questo grazie si uniscono anche i miei familiari che se anche non hanno potuto essere presenti come lo furono il giorno del mio ingresso, spiritualmente lo sono in questi giorni del mio congedo con gratitudine a voi per l’accoglienza e affetto nei confronti della mia persona.
Alleluia, lode a Dio, per i sacerdoti che hanno condiviso con me questi 14 anni a partire da don e Stefano e Don Vittorio della parrocchia di San Pietro all'Olmo, con cui è iniziata quella collaborazione verso la comunità pastorale.
Grazie ai preti che ho incontrato al mio arrivo a Cornaredo: don Saulo Monti e don Giancarlo Secchi e dopo di loro don Giuliano Mattiolo, don Davide Pepe, don Emiliano Redaelli, don Daniele Battaglion, don Luigi re Cecconi.
Persone diverse per impostazione, carattere ma con i quali sempre c'è stato grande rispetto e corresponsabilità a servizio di questa comunità pastorale.
Grazie all’ausiliaria suor Elena e alle religiose che hanno accolto il mio invito e della comunità di essere in mezzo a noi e con la loro spiritualità e il loro servizio, integrandosi all'interno della nostra chiesa e società così diverse da quella peruviana da cui provengono.
Grazie a tutti coloro che hanno collaborato con me in questi anni nei vari ambiti pastorali.
Grazie a tutti per quanto ho ricevuto quotidianamente in quel amore per il Signore, in quella dedizione per le persone care, che è stato per me stesso motivo per rinsaldarmi nella mia umanità e nella mia spiritualità sacerdotale.
Ora vi affido a Dio che vi condurrà assai meglio di quanto fatto e potrei fare io.
Sono sicuro che ce la farete ad andare avanti e non sarà necessario rincorrerci con telefonate, email, WhatsApp, scritti e visite a domicilio…
Non sarete dimenticati da me, ma affidati al qualcun Altro nella preghiera, e così fate voi con me!
Kyrie eleison!
Signore, abbi pietà! Questo vuol dire questa antica espressione e quindi è questo del mio congedo il momento dopo 14 anni per dire: Signore, abbi pietà! E mi piace esprimerlo con quelle parole di Santa Teresa di Gesù Bambino, che ho scelto come stella per il mio sacerdozio, nella sua preghiera serale davanti al tabernacolo: “Signore ti chiedo perdono per non essere stata quella religiosa che avrei voluto essere e quella religiosa che tu avresti voluto che io fossi”. Ecco anch'io chiedo perdono Signore per quanto non sono stato capace di essere quel sacerdote e in questi anni quel decano che avrei voluto essere e che il Signore soprattutto avrebbe voluto che io fossi.
E per tutti gli errori e gli sbagli che ho commesso con consapevolezza oppure senza consapevolezza chiedo perdono.
Chiedo perdono per quanto posso aver fatto di male e concedo volentieri il mio perdono a quelli che mi hanno procurato disagi.
Amen!
Vorrei ripetere davanti a Signore ancora una volta il mio Amen! Così sia!
In occasione del mio sessantesimo anno di vita ho voluto vivere l'esperienza degli esercizi spirituali ad Assisi e Montecassino: momento di revisione della mia vita e del mio ministero nel 35esimo anniversario di ordinazione.
Così come ho detto il mio Amen lo scorso 23 febbraio quando è scomparso mio papà così oggi di fronte alla scelta del Vescovo di trasferirmi a Tradate espressa lo scorso 18 maggio (anniversario della nascita di San Giovanni Paolo II 18 maggio 1920) rinnovo la mia obbedienza come già nelle mani dell’arcivescovo Carlo Maria Martini: il vescovo che mi ha generato nel Ministero diaconale il 7 dicembre 1986 e nel Sacerdozio il 13 giugno 1987.
Rinnovo il mio Amen di fronte a quelle che sono nella vita le chiamate da parte di Dio e ai suoi disegni e che richiedono a noi di pronunciare il nostro Amen, non un Amen amareggiato, sconsolato o rassegnato ma libero e sereno.
Non conosco che cosa mi aspetterà della nuova comunità di Tradate che mi è stata affidata, ma come sempre nelle mie destinazioni, mai da me scelte, ma per obbedienza accolte dalle mani della Chiesa, dico Amen. Così sia!
Affido il mio e nostro cammino a Maria Santissima. Nella chiesa di Cornaredo è rappresentata come colei che tiene per mano suo figlio Gesù e a lei avevo affidato l'inizio del mio ministero. Nella chiesa di San Pietro l’ho venerata come la Madonna del Rosario. Come ogni mamma, come fa la mia mamma che ogni giorno quando la sento è lei stessa a prendersi cura ancora di me, possa la Mamma Celeste prendersi continuamente cura di me e di queste comunità nelle quali ho vissuto in questi anni e quelle a cui sono inviato.
 
Sempre, comunque e dovunque
vostro don Fabio
 
da ''InCammino Insieme'' n. 37 dell'11 settembre 2022
 
 
settembre 2022 (cod. 9121) - invio alla redazione di segnalazioni su questa pagina -
/eve/2022/dfabio/d/lettsett.asp