Parrocchia San Pietro apostolo in San Pietro all'Olmo
Parrocchia Santi Giacomo e Filippo in Cornaredo
San Giovanni Maria Vianney

 
San Giovanni Maria Vianney
- il Curato di Ars -
(Jean-Marie Baptiste Vianney
le St. Curé d'Ars)
- memoria: 4 agosto -
(ma nel rito ambrosiano quest'anno cede alla domenica)
 

 

 lettera del Papa ai sacerdoti (2019)
Chiariamo subito perché i nome del Santo nel titolo della pagina è indicato in francese in modo diverso che in italiano. Fu lui che al "Jean-Marie", come era stato battezzato, alla sua ordinazione volle aggiungere "Baptiste" e da allora firmò sia Jean-Marie Baptiste Vianney sia Jean-Baptiste Marie Vianney. Tanto diciamo perché guardandoci in giro troviamo tutte le combinazioni possibili (il "Battista" in Italia manca quasi sempre).
Jean-Marie nacque a Dardilly, presso Lione, l'8 maggio 1786 (duecento­tren­totto anni fa) da una famiglia di modesti contadini. Un gran periodaccio per tutti, ma peggio ancora per uno come lui che voleva farsi prete; come se non fosse bastata l'ostilità del padre.
Prima la rivoluzione francese che aveva voluto cancellare ogni religione, poi Napoleone che pur avendo fatto una sorta di marcia indietro voleva imporre le "sue regole" anche alla Chiesa (Papa compreso) furono ostacoli notevoli alla vocazione di Jean-Marie che tuttavia non volle demordere. Addirittura disertò dall'esercito napoleonico perché non voleva servire chi aveva imprigionato papa Pio VII (cioè Napoleone); fu salvato dal fratello che si arruolò al posto suo, ma taluni biografi raccontano anche di problemi di salute.
Difficili anche gli studi non solo per l'aria che tirava ma anche perché proprio non ce la faceva in certe cose e perché aveva cominciato tardi a studiare. Fu l'abate Charles Balley, parroco di Ecully presso Lione, che lo sostenne fortemente facendone un suo protetto e facendogli addirittura scuola nella sua canonica, finché finalmente Jean-Marie fu ordinato (a Grenoble, nel maggio 1815, pochi giorni dopo l'avvio di Napoleone all'esilio-prigionia di Sant'Elena).
Appena ordinato, Jean-Marie divenne vicario dell'abate, alla morte del quale (1817) fu inviato ad Ars-sur-Formans, un paesino di duecento anime vicino a Bourg-en-Bresse (una sessantina di chilometri a nord di Lione) che diventerà Parrocchia solo nel 1821. Vita difficile anche lì perché dapprincipio non riuscì a farsi accettare (manco dagli altri preti della zona...); vi riuscì quando la gente cominciò ad apprezzare la sua grande capacità di ascoltare, orientare e confortare. La gente andava ad Ars per trovare il don Vianney confessore; e lui dedicò sempre più tempo alle confessioni (si dice che fosse arrivato a confessare anche sedici ore al giorno).
Questo aspetto fa passare in secondo piano la sua attività più esteriore che ebbe comunque un certo peso nella vita della comunità della quale curò un certa riorganizzazione dopo anni di sconquassi, aprendo perfino due scuole per i bambini.
La gente che cercava di lui, sempre più numerosa, gli fece vincere il timore di non essere degno, timore che ancora talvolta lo pervadeva.
Morì il 4 agosto 1859 e le sue spoglie restarono esposte in chiesa per dieci giorni e dieci notti.
L'urna ove le Curé d'Ars riposa (altare maggiore del Santuario di Ars)
e uno dei tanti simulacri in giro per le chiese della Francia.
Accanto al titolo: il "suo" pulpito.
Papa Pio XI lo ha proclamato santo nel 1925; è  patrono dei Parroci.

 
Parole del Santo Curato d'Ars su...
 
Misericordia e sacramento del perdono
Se comprendessimo bene ciò che significa essere un figlio di Dio, non potremmo fare il male (…) essere figlio di Dio, oh, la bella dignità!
La misericordia di Dio è come un torrente tracimato. Trascina i cuori al suo passaggio.
Non è il peccatore che ritorna a Dio per chiedergli perdono, è Dio che corre dietro al peccatore e lo fa tornare a Lui. Diamo dunque questa gioia a questo Padre buono: ritorniamo a Lui ... e saremo felici.
Il buon Dio è sempre disposto a riceverci. La sua pazienza ci aspetta!
Ci sono coloro che rivolgono all’Eterno Padre un cuore duro. Oh, come si sbagliano! L’Eterno Padre, per disarmare la sua giustizia, ha dato a suo Figlio un cuore eccessivamente buono: non si dà ciò che non si ha... Ci sono coloro che dicono: "Ho fatto troppo male, il Buon Dio non può perdonarmi". Si tratta di una grossa bestemmia. Equivale a mettere un limite alla misericordia di Dio, che non ne ha: è infinita.
I nostri errori sono granelli di sabbia accanto alla grande montagna della misericordia di Dio.
Quando il sacerdote dà l'assoluzione, bisogna pensare solamente a una cosa: che il sangue del buon Dio si riversa sulla nostra anima per lavarla, purificarla e renderla bella quanto lo era dopo il battesimo.
Il buon Dio, al momento dell'assoluzione, si getta i nostri peccati dietro le spalle, vale a dire li dimentica, li cancella: non riappariranno mai più.
Non si parlerà più dei peccati perdonati. Sono stati cancellati, non esistono più!
 
 
L’Eucaristia e la comunione
Tutte le buone opere messe insieme non equivalgono al sacrificio della Messa, perché sono opere degli uomini, mentre la Santa Messa è opera di Dio.
Non c'è niente di tanto grande quanto l'Eucaristia.
Oh! figli miei, che cosa fa Nostro Signore nel Sacramento del suo amore? Ha preso il suo cuore buono per amarci, ed estrae da questo cuore una traspirazione di tenerezza e di misericordia per annegare i peccati del mondo.
Eccolo là colui che ci ama tanto! Perché non amarlo?
Il nutrimento dell'anima è il corpo e il sangue di un Dio. Se ci si pensa, c’è da perdersi per l'eternità in questo abisso d’amore!
Venite alla comunione, venite da Gesù, venite a vivere di Lui, per vivere per Lui.
Il buon Dio, volendo darsi a noi, nel sacramento del suo amore, ci ha dato un desiderio profondo e grande che Egli solo può soddisfare.
La comunione produce nell'anima come un colpo di soffietto su un fuoco che comincia a spegnersi, ma dove ci sono ancora molte braci!
Quando abbiamo comunicato, se qualcuno ci dicesse: "Che cosa vi portate a casa?", potremmo rispondere: "Porto il cielo".
Non dite che non ne siete degni. È vero: non ne siete degni, ma ne avete bisogno.
La preghiera
La preghiera non è null’altro che unione con Dio.
La preghiera è una dolce amicizia, una familiarità sorprendente (…) è un dolce colloquio di un bambino con suo Padre.
Più si prega, più si vuole pregare.
Avete un cuore piccolo, ma la preghiera lo allarga e lo rende capace di amare Dio.
Non sono le lunghe né le belle preghiere che il buon Dio guarda, ma quelle che vengono dal fondo del cuore, con un grande rispetto e un vero desiderio di piacere a Dio.
Quanto un piccolo quarto d’ora che rubiamo alle nostre occupazioni, ad alcune cose inutili, per pregare, gli dà piacere!
La preghiera privata somiglia alla paglia sparsa qui e là in un campo. Se si appicca il fuoco, la fiamma ha poco ardore, ma se si raggruppa quella paglia sparsa, la fiamma si fa abbondante e si alza in alto verso il cielo: così è della preghiera pubblica.
L'uomo è un povero che ha bisogno di chiedere tutto a Dio.
L'uomo ha una bella funzione, quella di pregare e di amare… Ecco la felicità dell'uomo sulla terra.
Andiamo, anima mia, vai a conversare col buon Dio, a lavorare con Lui, a camminare con Lui, a combattere e soffrire con Lui. Lavorerai, ma Egli benedirà il tuo lavoro; camminerai, ma Egli benedirà i tuoi passi; soffrirai, ma Egli benedirà le tue lacrime. Quanto è grande, quanto è nobile, quanto è consolante fare tutto in compagnia e sotto gli occhi del buon Dio, e pensare che Egli vede tutto, conta tutto!...
 
 
Il sacerdote
L'Ordine: è un sacramento che non sembra riguardare nessuno tra voi ed è un sacramento che riguarda tutti.
È il sacerdote che continua l’opera della Redenzione sulla terra.
Quando vedete il sacerdote, pensate a Nostro Signore Gesù Cristo.
Il sacerdote non è sacerdote per se stesso, lo è per voi.
Andate a confessarvi con la Santa Vergine o con un angelo. Vi assolveranno? Vi daranno il corpo e il sangue di Nostro Signore? No, la Santa Vergine non può far discendere il suo divin Figlio nell'ostia. Anche se aveste duecento angeli là per voi, non potrebbero assolvervi. Un sacerdote, per quanto semplice sia, può farlo. Può dirvi: andate in pace, vi perdono.
Oh! il sacerdote è davvero qualche cosa di grande!
Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio, è il più grande tesoro che il buon Dio possa concedere a una parrocchia, ed uno dei doni più preziosi della misericordia divina.
Il Sacerdozio è l'amore del cuore di Gesù.
Lasciate una parrocchia per vent'anni senza sacerdote: vi si adoreranno le bestie.

   
 
Sono quasi mezzo milione i pellegrini che ogni anno visitano il Santuario di Ars-sur-Formans (sopra) ove riposa il corpo intatto del "St. Curé d'Ars"; le foto in basso sono della sua casa (visitabile) con uno dei tanti monumenti.


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agosto 2014  (pag. 3019) - invio alla redazione di segnalazioni su questa pagina -
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