|
Santa Cecilia
vergine e martire
- memoria: 22 novembre -
|
È sempre difficile raccontare della vita dei santi vissuti nei primi secoli
del Cristianesimo, difficile per la quasi
totale mancanza di documenti ufficiali che ce ne riportino cronache. Occorre necessariamente affidarsi alla tradizione che tuttavia in presenza di Santa Cecilia è talmente forte da poter esser considerata quasi
alla stregua di un documento ufficiale; infatti la santa dei musicisti è passata indenne - se così si può dire - dalla revisione del calendario universale della Chiesa
che nel 1969 aveva cancellato molti nomi o li aveva posti in posizione di minore rilevanza.
La revisione aveva "colpito" molti nomi non tanto perché si poté affermare che certi santi non siano proprio esistiti, ma perché la loro esistenza non è apparsa suffragata da vere prove storiche consistenti e convincenti.
Di documentato - e di antico - c'è il "titolo" della Basilica romana di Santa Cecilia
in Trastevere che di sicuro esisteva già millesettecentoundici annifa quando (anno 313) l'imperatore Costantino sancì il libero culto (con il c.d. editto di Milano); la Santa vi
era festeggiata già nell'anno 545 (millequattrocentosettantanove anni fa).
A fianco del titolo la Basilica come si presenta oggi.
Dimostrazione di quale fosse l'importanza di Cecilia nel suo
tempo ci viene dalla sua sepoltura vicino alla cosiddetta Cripta dei Papi
nelle Catacombe di San Callisto; una collocazione di assoluto riguardo.
I papi citati dalle scritte delle lapidi della cripta sono: Ponziano (morto esule in Sardegna), Antérote (papa per soli 43 giorni, tutti trascorsi in carcere), Fabiano, Lucio I (papa per otto mesi quasi tutti in esilio a Civitavecchia), Sisto II (quello di San Lorenzo) e Eutichiano (l'ultimo sepolto qui); tutti Santi.
Le Catacombe di San Callisto sono un complesso di una ventina di chilometri di gallerie in un'area di una quindicina di ettari presso la via Appia antica,
a sud di Roma.
Fu papa Pasquale I, devoto alla Santa, che nell'anno 821 ne fece trasferire il corpo dalle catacombe alla basilica in Trastevere. Molto più tardi, nel 1599, il sarcofago fu aperto nel corso di certi lavori nella chiesa ed il corpo di Cecilia fu trovato in ottimo stato di conservazione. Il cardinale Paolo Emilio Sfrondati, che si stava occupando dei lavori, commissionò allo
scultore Stefano Maderno una statua che riproducesse la Santa nella posizione in cui era stata ritrovata; la statua si trova ora sotto l'altare
della basilica e una sua copia è collocata nella catacomba nel luogo ove in origine era stato il sarcofago.
Resta da spiegare - ma tutto sommato non è poi così importante - come mai la Santa
sia stata considerata protettrice dei musicisti e musicista ella stessa. La spiegazione starebbe nell'interpretazione - peraltro controversa - di un antico testo secondo il quale "Mentre suonavano gli strumenti, la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa" intendendo
con ciò che gli strumenti dei quali si parla fossero gli strumenti musicali che suonavano alla sua festa di nozze.
La tradizione vuole Cecilia forzata sposa di un nobile romano di nome Valeriano, al quale
però lei avrebbe subito comunicato il suo voto di verginità, convertendo al Cristianesimo lui e il fratello di lui, Tiburzio.
Più accreditata la tesi secondo la quale non degli strumenti
musicali si sia trattato bensì degli strumenti delle torture cui Cecilia fu sottoposta prima di essere decapitata. Ma taluno vuole sostenere l'ipotesi che Cecilia cantasse accompagnandosi con un piccolo organo ed è - questo - un punto ripreso dal mondo dell'arte, infatti Santa Cecilia è stata rappresentata spesso con un organo portativo.
La sua memoria resta fissata al 22 novembre, come nei tempi
andati.
|
novembre 2010 (pag. 3018) |
- invio alla redazione di segnalazioni su questa pagina -
www.comunitasantiapostoli.it |
gr. 3704 |